arturo maria iannace
La mia esperienza individuale sarà comune a quella di tanti che leggeranno queste due righe: sono uno dei tanti fuorisede rientrati nella propria terra, a metà strada tra due aree interne.
In più, sono uno studioso che con difficoltà qui riesce a svolgere il proprio lavoro, perché non è facile fare ricerca se i luoghi della condivisione dei saperi non sempre sono accessibili.
Da anni ho avuto modo di occuparmi delle problematiche dei beni culturali da un punto di vista privilegiato e, per quanto conosca la bellezza di tanti siti preziosi in irpinia e nel Sannio, so anche che spesso è difficile sia raggiungerli che fruirne.
Rispetto alle parziali – e a volte episodiche- riscoperte di una parte della città bisogna pretendere maggiore accessibilità dei luoghi della storia e della cultura, per aprirli alle giovani energie della città, senza dimenticare che il nostro centro storico merita di brillare tenendo sempre conto della sostenibilità.
Ho deciso di mettere le mie competenze e la mia esperienza al servizio della comunità avellinese, perché anche chi studia, chi fa ricerca, chi vuole contribuire al progresso di Avellino, ha diritto a poterlo fare e a far sentire la propria voce.
L’esilio più o meno volontario non può più essere l’unica scelta dei giovani irpini